Storia del Piemonte
Il Piemonte non ha una storia unitaria poiché solo tardi ha assunto un definito assetto territoriale, essendo segnato per secoli da una frammentazione politica e territoriale.
La storia di questa regione affonda le sue radici nella preistoria dove, sulle sponde del lago Maggiore, si insediò una delle civiltà preistoriche più importanti, detta dei Golasecca.
In età moderna il Piemonte ha avuto un ruolo chiave nella storia dell’unità d’Italia, facendo parte del regno sabaudo o di Piemonte-Sardegna, che giocò un ruolo fondamentale nelle vicende che portarono nel 1861 all’unità d’Italia. A cavallo del Novecento inizia invece il vertiginoso sviluppo industriale della regione, che diventa leader dell’industria automobilistica, meccanica e cinematografica.
Le origini
Il Piemonte fu abitato già in età preistorica. In particolare sono state trovate testimonianze, sotto forma di resti di necropoli, della civiltà dei Golasecca, popolazione che visse sulle sponde del lago Maggiore e del lago d’Orta durante l’età del ferro.
Dal X secolo a.C. fu occupata dalle popolazioni celtiche o liguri dei Taurini e dei Salassi, che poi (II sec. a.C.) furono sottomessi dai Romani. Questi fondarono colonie come "Augusta Taurinorum" (l’odierna Torino), di "Hasta Pompeia" (Asti), "Derthona" (Tortona) ed "Eporedia" (Ivrea). In Piemonte comunque la colonizzazione romana rimase limitata, a causa del suo carattere montuoso e della sua distanza da Roma.
Più importante fu il periodo longobardo (VI-VII sec. a.C.), in cui i duchi piemontesi, tra cui il celebre Agilulfo, assunsero un importante ruolo con il compito di difendere il regno, attraverso la sorveglianza dei valichi, dalle invasioni. In questo periodo la regione fu spesso teatro delle lotte tra Franchi e Longobardi.
Il Medioevo
Nel Medioevo il Piemonte è governato da potenti famiglie feudali. La regione era divisa in contee e marche. Un primo tentativo di unificazione fu promosso nell’XI secolo da Olderico Manfredi, che ottenne le due importanti marche di Torino e Ivrea, che lasciò in eredità al genero Oddone di Savoia, figlio di Umberto I Biancamano.
Il Medioevo vide la fondazione di liberi comuni, come Asti, Alessandria, Vercelli, e di forti marchesati, come quelli di Saluzzo (XI sec.) e del Monferrato (XII sec.). Tra XIII e XIV la regione è sotto l’influsso politico della potente casata francese degli Angiò, a cui subentrarono poi i Visconti di Milano ed i conti di Savoia.
L’età moderna
Si può parlare del Piemonte come un’entità politica propriamente solo dal 1400, allorché Amedeo VIII di Savoia commutò il suo titolo da duca di Savoia a duca del Piemonte, dove “Piemonte” comprendeva anche altri territori occupati dai Savoia (ad esempio la valle d’Aosta).
Nel XVI e XVII secolo si afferma lo Stato sabaudo come Stato italiano, con Torino come capitale e l’italiano come lingua nazionale, con la fondazione di università e di una milizia nazionale. Data importante è il 1559, momento della pace di Cateau-Cambrésis, in seguito alla quale Emanuele Filiberto e i suoi successori avviarono il processo di riunificazione, che durò comunque molti secoli.
Momento di unità e stabilità politica è il 1700, in cui la regione, sotto Vittorio Amedeo II, conosce un periodo di riorganizzazione politico-territoriale e di vivacità culturale, per cui si iniziano a costruire o restaurare palazzi e chiese in stile barocco. Durante la rivoluzione francese e le guerre napoleoniche il Piemonte ritorna ad essere campo di battaglia. Durante l’età napoleonica viene rinnovata la classe dirigente, spazzando via ancien régime aristocratico.
Nel Risorgimento il Piemonte diventa il centro delle speranze per la costituzione di uno stato italiano unitario. Nel 1848 Carlo Alberto concede lo Statuto. Poi giungono gli anni fondamentali delle importanti riforme di Camillo Benso conte di Cavour, che avviano la modernizzazione del regno attraverso soprattutto una lenta trasformazione dell’economia piemontese, che apre anche verso l’estero. Nel 1861 viene proclamato il regno d’Italia, con capitale Torino, il quale ereditò dalla monarchia sabauda la sua nuova struttura giuridica e politica (con lo Statuto Albertino del 1848).
La storia della regione è strettamente legata alla sua imponente industrializzazione. L’800 è il secolo dello sviluppo economico, dell’industria e della grande azienda agricola, che subisce un indebolimento in seguito allo spostamento della capitale prima a Firenze e poi a Roma. Viene sancito il passaggio tra la struttura economica tipica del regno sabaudo, quella agraria fondata sul potere dei ceti burocratici e militari e dell’aristocrazia fondiaria, ad un’economia basata principalmente sull’industria.
Il Novecento
Gli anni a cavallo del ‘900 vedono in Torino il centro propulsivo di due dei fenomeni economici e culturali più importanti di quegli anni, l’industria automobilistica ed il cinema. Nascono infatti la FIAT (1899), la Lancia (1906) e nel 1905 la carrozzeria Farina, mentre agli inizi del ‘900 vengono prodotti i primi film.
Nel ‘900 il Biellese consolida il suo controllo del settore tessile. Altro ramo importante per lo sviluppo economico della regione è quello dell’industria meccanica, che fiorisce a Ivrea e nel Canavese: vengono prodotte macchine da ufficio e calcolatori; nel 1908 viene fondata la Olivetti.
Dopo la prima guerra mondiale e al fascismo la regione vive una forte immigrazione da altre regioni. Nel ‘900 Torino è uno dei centri delle lotte operaie, con le discussioni intorno all’"Ordine nuovo" di Gramsci e alla “Rivoluzione liberale” di Gobetti. In seguito alle guerre mondiali, il Piemonte è uno dei centri del movimento partigiano, soprattutto nelle zone delle Langhe e del Monferrato, nelle città e nelle valli alpine.